Classe 1969, Max è uno di quelli milanesi per davvero, come dice il cognome Minoja, che in dialetto indica lo strumento usato dal gioielliere per lavorare le lamine d’oro.

1996 e dintorni, laurea al Poli di Milano in Architettura. Quelli però Max li ricorda come gli anni del design di prodotti commerciali. Un esempio?!

Questo (di cui Max è titolare del brevetto.):

DUDE

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Iniziando a progettare appartamenti, uffici e a elaborare concept di negozi, Max scopre che la sua passione è l’architettura.

Di più. La sua passione è l’architettura per hotel, che gli permette di seguire il big bang di un concept, dai primi disegni fino alla realizzazione finale. Dal progetto strutturale, fino al minimo dettaglio.
Da lì Max non si è più fermato. Un nuovo albergo, una nuova sfida, almeno ogni due anni.

2006. Ristruttura l’hotel Cristoforo Colombo in Porta Venezia a Milano, rinnovando completamente ma con coerenza un palazzo ottocentesco, al quale vengono poi inclusi un ristorante e una SPA.

2008. Inaugura l’hotel Crowne Plaza Milano City, il primo hotel della catena internazionale nel centro di Milano, progettandolo con molte particolarità artistiche e tecnologiche.

2009. Viene contattato per una gara per la riprogettazione dello storico Hotel Intercontinental di Belgrado. Insieme al suo team vince il concorso, battendo i più importanti e strutturati studi di architettura a livello internazionale.

2010-2011. È incaricato dalla Fondazione Luciano Pavarotti di curare e progettare l’allestimento della Mostra itinerante che porterà il Maestro e il suo ricordo in tutto il mondo.

2012. Continua il lavoro sia con l’Italia che con l’estero: viene contattato per la progettazione degli interni di un complesso alberghiero a Sochi, in Russia, e contemporaneamente sviluppa e realizza vari progetti in Italia in ambito residenziale e retail.

2015. Inizia i lavori per il nuovo albergo di Milano della catena World Hotel. Partendo da un palazzo dell’Ottocento progetta un piano di rialzo di due piani, utilizzando le ultime tecnologie in campo edile.

20 anni di esperienza costruita sulle sue spalle e e sulla sua pelle, che saranno almeno 40 di esperienza “normale”. Senza nessuna intenzione di fermarsi.